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Saturday, August 20, 2016

Obama a vendere altre concessioni a mare nella sprofondante Louisiana. Ma non si presenta quasi nessuno.



Solo tre compagnie hanno risposto alla vendita di 24 concessioni su 4400.
 BP,  BHP Billiton Petroleum Inc e la Exxon che hanno offerto 18 miliardi di dollari.

Perche' cosi poco? 

Perche' trivellare in mare costa tanto, e' pericoloso e i prezzi del petrolio sono bassissimi.
I pozzi erano a 400 e i 1600 metri di profondita' dal livello del mare. 

In compenso, l'asta e' stata tenuta online e non dal vivo per timore delle proteste

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Il giorno 24 Agosto 2016, si e' tenuta una nuova asta per la vendita di concessioni petrolifere nel martoriato golfo del Messico. Succedera' tutto nel New Orleans Superdome, non lontano dalle recenti alluvioni causate, in parte, anche da oil and gas. 

La situazione e' qui cosi grave che il governatore di Louisiana ha dichiarato lo stato di emergenza.

E' una situazione assurda: i contorni dello stato della Louisiana sono diversissimi oggi da quelli delle mappe di cento anni fa. Tutto ingoiato dal mare dei cambiamenti climatici, dall'erosione, dalla subsidenza. Tutto, in misura piu' o meno grave, causato dal petrolio. 


Ma non sono i canali di Venice Beach o di Amsterdam o di Chioggia o di Venezia. Sono i canali dei petrolieri scavati per metterci oleodotti e valgono 100 miliardi di dollari. Questo per capire quanti ce ne sono, e quanto importanti sono per i petrolieri. 

Ed e' un circolo vizioiso: hanno causato erosione e subsidenza. La costa retrocede e i canali, le raffinierie, gli impianti di stoccaggio, sono piu' esposti all'erosione dell'acqua marina e tutto e' a rischio tempeste, alluvioni.

Gli oleodotti sono stati messi li nel 1950, 1960, 1970 e i geologi e gli ingegneri del tempo pensavano che sarebbero stati protetti dalle paludi, che avrebbero tenuto a bada l'acqua del mare. Una sorta di spugna naturale. I petrolieri sono i proprietari di circa l'80% della costa dello stato. Ma non e' andata come loro pensavano. C'e' l'erosione, e l'acqua corre.

Ogni anno in Louisiana circa 35 chilometri quadrati di terra viene ingoiato dal mare. La linea del mare indietreggia di un metro ogni mese.

Un metro al mese.

Si calcola che potrebbero essere esposti circa 1000 chilometri di oleodotti nel corso dei prossimi 25 anni.

A causa delle alluvioni di quest'anno la stessa Exxon Mobil ha dovuto chiudere alcune unita' di raffinazione ed adesso sono gli stessi petrolieri che sono interessati a misure preventive e di mitigazione perche' e' il loro business che ne soffre. Perdono circa 14 milardi l'anno. 
 
E cosi sorgono queste inaspettate partership: America’s Wetlands Foundation da un lato e dall'altro ConocoPhillips, Chevron e CITGO Petroleum, BP, Shell, Exxon Mobil.

Finora la ConocoPhillips, che e' la proprietaria della maggior parte della laguna della zona ha investito in 77 progetti ambientali, 18 sono in corso.
Ma solo perche' le servivano a lei.

I costi sono proibitivi: almeno 100 miliardi di dollari sono le stime. Da dove devono venire questi soldi? E per la parte di costa che non interessa ai petrolieri? Una parte dei fondi per la costa deriva dalle royalties dello stato della Louisiana, ma con il crollo dei prezzi del petrolio, anche i ricavati dalle royalties che vanno alla mitigazione ambientale sono in crollo.

E poi, ovviamente, se si continua a scavare canali, se l'erosione continua a mangiarsi la terra, e' evidente che per quanto si possa continuare a pagare, non si va lontano: si torna sempre punto e daccapo.

E siccome siamo qui davvero in un circolo vizioso, in cui non e' piu' neanche lontanamente pensabile una Louisiana senza oil and gas, i politici invece di dire: non trivelliamo piu', dicono: trivellate ma sistemate quello che distruggete.

Ma alcuni non ci stanno, e iniziano a denunciare oil and gas in tribunale. Le localita' di Jefferson, Plaquemines, Cameron and Vermilion hanno portato in causa dozzine e dozzine di petrolieri perche' non si sono prese cura dei terreni che hanno trivellato.

Alla fine, sono petrolieri e fanno, sempre, in Louisiana come a Viggiano, quello che gli fa comodo a loro. E se adesso siamo qui, e' perche' qualcuno glielo ha permesso. Noi. Da 100 anni a questa parte.

Ed e' in questo contesto che e' folle l'idea di Obama di vendere *altre* concessioni a mare.

Come ci pensa? Non vede tutto quello che oil and gas ha portato alla Lousiana?

Possibile che non riesca a fare due piu due nella sua testa?

Come fa Obama a volere fare il paladino dei cambiamenti climatici a Parigi e nei suoi altisonanti discorsi e poi a continuare a lottizzare il mare di Louisiana e a venderle ai petrolieri come se niente fosse? 

Non si rende conto che e' pura ipocrisia da parte sua? 

E' alla fine del suo mandato, e tutto quello che deve fare, adesso che non si sono piu' elezioni per lui, promesse da fare o consensi da ottenere e': la cosa giusta.

E la cosa giusta e' di fermare questa folle corsa petrolizzante al largo delle coste di Louisiana. 
 

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