.

.

Monday, March 6, 2017

L'esercito americano e il dipartmento della difesa sono piu' rinnovabili che mai







 Grafici di Reuters


Il dipartimento della difesa americano continuera' la transizione verso le rinnovabili, nonostante le parole del presidente Donald Trump che non perde occasione per avanzare il paradigma del petrolio dappertutto e i tagli agli enti di controllo ambientale.


E questo non ha niente a che vedere con i cambiamenti climatici, quanto per praticita', utilita' ed economia. I pannelli solari sono piu' sileziosi e piu' facilmente trasportabili dei generatori diesel. Le navi ibride fanno risparmiare tempo e minimizzano i rischi di attacco durante gli attracchi per caricare carburante.

E cosi gli affari per i contrattori militari sono alle stelle, mentre che il principale acquirente di petrolio del mondo decide di convertirsi al sole e al vento.


L'uso di rinnovabili e' raddoppiato dal 2011 al 2015, il numero di progetti rinnovabili e' invece triplicato nello stesso arco di tempo e questo sia nelle basi americane che in quelle straniere.

E Trump? E la sua retorica? 

Reuters ha intervistato vari militari che hanno confermanto che Trump non andra' contro i programmi dei militari perche' non e' una decisione politica dell'esercito ma di pratica e di utilita'. Addirittura il segretario della difesa di Trump, Jim Mattis, ha spesso sottolineato la necessita' per le truppe di essere alimentate da fonti rinnovabili per ragioni di sicurezza.


Facciamo un passo indietro. Chi e' che veramente ha iniziato a spingere per un esercito green e' stato nientedimeno che George W. Bush che nel 2007 firmo' una legge che obbligava il Pentagono ad arrivare al 25 percento di elettricita' dalle rinnovabili nei loro edifici entro il 2025. 

Barack Obama poi accellero' questa transizione, e impose all'esercito e alla marina di generare 1GW di energia rinnovabile e porto' avanti un programma perche' i veicoli da combattimento fossero disegnati in modo da essere alimentati dall'energia rinnovabile e non fossile. 

Nel 2015 il Pentagono poi riporto' al congresso che le siccita' e le alluvioni causarte dai cambiamenti climatici sono un rischio per la sicurezza, perche' possono portare a destabilizzazioni politiche e economiche che potrebbero portare anche a conflitti armati.

La marina e' arrivata al suo obiettivo e gia' adesso produce 1 GW di elettricita'. L'esercito ci e' quasi arrivato.

E intanto le ditte del solare hanno ottenuto contratti miliardari negli scorsi anni, con progetti dalla Georgia alla Calfornia, dall'Alabama a Washington.

Tutto insieme, l'uso di petrolio da parte dell'esercito USA e' calato del 20% dal 2007 al 2015, in gran parte a causa del declino di operazioni di combattimento ma in parte grazie anche all'uso delle rinnovabili.  


Ad ogni modo, il consumo cala e i petrolieri sono preoccupati. La BP per esempio ricorda che "adatteranno" le loro strategie di marketing per offirire ai loro clienti cio' di cui hanno bisogno.

In realta', marketing o non marketing, portare petrolio in campi da guerra e' pericoloso e difficile.

In Iraq un convoglio di trasporto di petrolio su 40 e' stato coivolto in incidenti con morti o feriti gravi nel 2007, e questo perche' le operazioni di carico e scarico sono di loro natura rischiosa e creano dei target facili per il nemico.
 

 In Afghanistan nello stesso anno, uno su 24 ha riportato morti.
E' da qui che nacque l'idea di andare green. I Marines iniziarono a portarsi dietro pannelli solari in Afghanistan nel 2009 per alimentare le batterie per la comunicazione, il GPS e i visori notturni. Il silenzio e' stato un altro elemento di utilita', invece che il rumore dei generatori.

E cosi, anche l'esercito diventa green, Trump o non Trump.

No comments: